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Complesso delle Mantellate

Chiesa di Santa Maria della Visitazione o di San Francesco di Sales

La chiesa di Santa Maria della Visitazione o di San Francesco di Sales, annessa al Complesso delle Mantellate, rappresenta un elemento di valore storico ed artistico di questa parte della città di Roma.

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Introduzione

La chiesa di Santa Maria della Visitazione e San Francesco di Sales è una chiesa di Roma, nel rione Trastevere, in Via delle Mantellate. È sita all'interno del carcere di Regina Coeli.

Fu Papa Clemente IX, nel 1669, a fondare questa chiesa con il monastero annesso per le suore della Visitazione istituite da santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal. Le Visitandine rimasero nel convento fino al 1793, quando l'intero complesso fu acquistato da Vincenzo Masturzi, commerciante di seta, che lo restaurò e lo cedette ad una nuova congregazione religiosa femminile, che verrà riconosciuta da Papa Pio VII nel 1801 col nome di Serve di Maria, ma popolarmente soprannominate le mantellate (da cui il nome popolare della chiesa), e fondate dalla figlia del Masturzi.

Dopo l'unità d'Italia chiesa e monastero furono espropriati dallo Stato italiano, che li trasformarono in carcere femminile; il tutto fu poi trasformato in caserma, fino a che fu annesso al vicino carcere di Regina Coeli.

Nel novembre del 2005, dopo anni di abbandono, e restaurata a spese del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, la chiesa è stata riconsacrata e nuovamente riaperta al culto.

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Cenni storici

Nell'area dove si trova oggi il carcere di Regina Coeli, prima dell'unità d'Italia, si trovavano oltre che orti, vigneti e piccole costruzioni, i monasteri delle Carmelitane Scalze e quello delle Mantellate con le rispettive chiese di S. Maria di Regina Coeli e di S. Maria della Visitazione o di S. Francesco di Sales. Il complesso delle Mantellate, monastero e Chiesa, era stato fatto costruire da Clemente IX nel 1669 per le monache della Visitazione (Salesiane), istituite da S. Giovanna Maria Francesca Fremiot di Chantal, che vi rimasero fino al 1793. Prima del loro trasferimento a S. Anna dei Falegnami e in seguito a S. Maria dell'Umiltà il Card. Enrico duca di York aveva ingrandito ed abbellito la chiesa da lui stesso consacrata nel 1778.

Nel 1794 l'intero complesso fu acquistato da un commerciante di seta, Vincenzo Masturzi di Sorrento e da sua moglie Maddalena che lo fecero restaurare per la figlia ed altre giovani votate alla vita religiosa. Nel 1801 la comunità fu approvata dal Papa Pio VII come un nuovo istituto delle Serve di Maria, dette Mantellate per il lungo mantello nero indossato.

Dopo l'unità d'Italia il monastero di Regina Coeli fu adattato a carcere e la chiesa ad aula di giustizia; successivamente venne decisa la costruzione di un nuovo penitenziario che doveva rispondere alle esigenze di capienza della capitale d'Italia ed avere le caratteristiche architettoniche rispondenti alle teorie positiviste allora dominanti. (1895) Anche il monastero delle Mantellate venne trasformato in carcere femminile (1884) che rimase in funzione fino al trasferimento a Rebibbia nel 1964.

Al carcere femminile delle Mantellate ed alla campana che scandiva le ore del risveglio, del cibo, del lavoro, della preghiera, del sonno, furono dedicati i versi di una celebre e struggente canzone popolare romana: "Le Mantellate so' delle suore, ma a Roma so' sortanto celle scure; 'na campana sona a tutte l'ore, ma Cristo nun ce sta drento a 'ste mura" La campana del carcere (www.museocriminologico.it/campana.htm) si trova ora al Museo Criminologico della Amministrazione penitenziaria in via del Gonfalone, 29.


L'interno della chiesa

Opera di Giovan Battista Contini, la costruzione è a una navata, con due cappelle sul lato destro e due sul sinistro. È ripartita da paraste e percorsa da una cornice marcapiano sovrastata da quattro finestre entro vele. La volta, a botte lunettata, è ripartita da nervature con al centro un dipinto raffigurante il Sacro Cuore di Gesù dai luminosi colori e ben conservato. L'abside a calotta, è ripartita da paraste. Sopra l'altare maggiore era ricordato un dipinto raffigurante la Visitazione di S. Elisabetta di Carlo Cesi, ora sostituito da una statua della Madonna. Sulla porta d'ingresso alla sacrestia (a sinistra) un'epigrafe ricorda i coniugi Masturzi. A destra una seconda epigrafe fa riferimento alla Vestizione delle religiose alla presenza di Pio VII.

Nella prima cappella a destra, dedicata a S. Filippo Benizi, si trovava un dipinto raffigurante il Transito di S. Giuseppe di un artista della cerchia di Guido Reni, ora sostituito da un Crocifisso ligneo (che copre un dipinto non riconoscibile). Nella seconda cappella a destra un affresco S. Giuliana e S. Alessio Falconieri presentati alla Vergine da S. Filippo Benizi, copia del dipinto di Pier Leone Ghezzi conservato nella chiesa di S. Marcello al Corso. Nella seconda cappella a sinistra, copia del S. Michele Arcangelo di Guido Reni. Nella prima cappella a sinistra, la Madonna e i Sette Santi Fondatori del sec. XVIII. Salendo la rampa di scale esterna, si arriva in San Francesco di Sales, da cui sono visibili le mostre delle finestre della chiesa con cuore fiammeggiante entro un tondo.

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